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Sono le 6

Sono le 6, sono qua seduto nella vigna dietro casa, ho la grande fortuna di abitare in collina in questi giorni di "quarantena", il che mi concede un certo spazio.
Penso a chi li sta vivendo in un piccolo appartamento condominiale, a chi è un medico o infermiere in corsia in ospedale, alle forze dell'ordine e alle forze armate impegnate nei controlli, agli operai e lavoratori che hanno continuato a svolgere il loro compito anche in condizioni non sempre sicure.

Guardo la mia città, Alba, e mi appare sotto una veste diversa, "congelata" nel blocco di questi giorni, sotto un cielo grigio, appare in attesa snervante, un po' come tutti noi.

Non eravamo pronti, in tanti all'inizio abbiamo guardato con sufficienza a questa epidemia, illusi che potesse rimanere nella lontana Cina, e ora siamo spiazzati, abituati ad avere tutto subito, a dare ogni cosa per scontata, a vivere immersi nella nostra frenetica routine, io per primo.

Torneremo ad apprezzare di più una birra con gli amici, una pizza fuori, un giro in centro, una passeggiata in montagna, a dare valore alle relazioni interpersonali, al tempo che abbiamo a disposizione per goderci questo bellissimo paese che è l'Italia; spero che come società impareremo che eventi del genere potrebbero essere sempre più frequenti, che nei prossimi anni dovremo fronteggiare grandi sfide, come quella climatica, e che usciti da questa emergenza ci sarà un tessuto economico-sociale da far ripartire, non sarà facile.

C'è sempre il sole dopo la tempesta, torneremo a sognare, a lottare, a impegnarci ognuno in quello che fa, e lo faremo con rinnovato impegno, con maggiore determinazione, e lo faremo anche per quelle persone che non ce l'hanno fatta, che sono rimaste vittima di questo subdolo virus, lo faremo per rendere onore a chi è stato in prima linea in questi giorni difficili.

Tornerai Italia, torneremo.

 

Gioele

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