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Scrivo nel silenzio della notte

Nel silenzio della notte, prima di chiudere gli occhi, riaffiorano i ricordi della giornata.


Una giornata anch'essa silenziosa priva di scambi di opinioni e sguardi, una giornata fresca e
soleggiata in una città vuota.
I gesti quotidiani sono cambiati; oltre a ricordare le chiavi del motorino oggi non posso scordare
guanti e mascherina, oggi, domani, dopo domani e chissà ancora per quanti giorni.
E penso, ma questa abitudine passerà?
Inevitabilmente mi accorgo che forse l'ascensore occupato alle 7:30 del mattino, il traffico in Via
Cantore, la fila dal benzinaio e i clacson assordanti dei bus non sono così male.
Mi rattrista fare la spesa, cosa che già prima non amavo fare.
Mi rattrista vedere i volti delle persone coperti da stoffa bianca, soprattutto perché gli occhi parlano
da soli.
Mi rattrista non vedere i miei amici, i miei familiari, mio nipote.
Mi rattrista pensare alle persone che abitano sole, qualsiasi età abbiano.
Molte cose mi rattristano, ma il mio bicchiere lo vedo mezzo pieno e anche se il cielo oggi è blu e lo
posso guardare solo dalla finestra sono contenta perché insieme a me c'è la mia vicina difronte.
Siamo sotto le stesso cielo, respiriamo tutti la stessa aria, mangiamo tutti le stesse cose, tutti
vorremmo correre in riva al mare, tutti pensiamo di poterci risollevare.
Per quanto io possa detestare fare la spesa, sono contenta di aver stretto amicizia con il macellaio
del supermercato sotto casa; gli mando un messaggio quando parto da lavorare per farmi trovare il
pollo arrosto pronto.
Sono contenta di sapere che nel mio quartiere, ci siano un sacco di super cantanti che mi tengono
compagnia intorno alle 18:00, all'ora dell'aperitivo insomma.
Sono contenta di sapere che abbiamo dei vicini, sono contenta che ci sia solidarietà pur non
conoscendosi.
Sono contenta di andare a lavorare, perché qui posso respirare.
Incredibilmente, in mezzo a questo silenzio della notte mi sento fortunata.

 


Giulia

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