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Riscatto dalla paura del Coronavirus

Cari compaesani, care compaesane,

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stanotte, 8 marzo 2020, ho fatto un sogno particolare… Lodovica, una ragazza milanese del ‘600, mi ha raccontato la sua storia con la peste del 1630 per portarmela a esempio e darmi forza. Alla fine, mi ha confortata aggiungendo che loro ce l’avevano fatta nonostante la medicina arretrata dell’epoca, quindi a maggior ragione ce la faremo noi col nostro sistema sanitario più avanzato. Subito dopo, Lodovica è svanita. Ho deciso di condividere con tutti voi la sua storia e ciò che mi ha insegnato, con lo scopo e la speranza che serva anche a voi per riuscire a stare a galla finché questo mare burrascoso non si sarà placato. Mi vengono in mente le parole di un monaco tibetano: “Le emozioni negative abbassano le difese immunitarie; e se siamo aperti e rilassati non può succederci niente, perché ci protegge la nostra energia.” Oltre a respirare profondamente, pensiamo a qualcosa che ci dà serenità, come il mare o la nostra musica preferita, concentrandoci solo su quello. E sfoghiamoci disegnando o facendo altre attività in cui incanalare lo stress. Infine, con noi c’è sempre una forza ultraterrena; dobbiamo avere in essa una fede salda e non perdere mai la speranza. Il coronavirus è qui non per distruggerci, bensì per forgiarci e insegnarci qualcosa, come ogni difficoltà; quindi, ascoltiamo ciò che questa situazione ha da dirci e ringraziamo per le sue lezioni e i suoi risvolti positivi, come il tempo in più che abbiamo. Mentre scrivo, le mie amiche Fiducia e Speranza mi tengono abbracciata… Sono sempre pronte ad andare anche da ognuno di voi; basta che le invochiate. E come diceva Lodovica, se ciascuno di noi fa la propria parte, se sulla nave ciascuno, dal mozzo al capitano, fa il proprio dovere, usciremo dalla tempesta. E se tutti insieme ci crediamo intensamente, questa battaglia sarà in qualche modo più leggera.

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Con Speranza,

Victoria

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