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Lettre à mon père

Caro papà

Sei lontano, molto lontano,  posso cogliere il tuo sguardo di velluto, appannato dall’ansia che stiamo vivendo, il tuo profumo di resina e tabacco, il suono melodioso della tua voce, le tue mani forti e callose da grande lavoratore.

Mi manchi sei l’unico che mi rimane. Tra le pieghe del tuo viso, immagino gli occhi grigi con le pagliuzze dorate, sfavillanti, accarezzarmi con tutto l’amore di un padre per la figlia prediletta.

Sei rimasto a Charleroi in Vallonia una terra dura e dolce allo stesso tempo,  formata da gente affabile e mite, non come allora ostile e diffidente con gli stranieri. Sei con gli amici di ventura, gli ultimi minatori rimasti e i tanti ricordi del passato fatti di lavoro, paura, angustia e terrore vero.

Anni fa hai dovuto emigrare per sfamare la famiglia, eri un giovane volenteroso con la famosa valigia di cartone piena  di stracci ma con un’ enorme speranza nel domani, non avevi molta scelta sei partito audace e spavaldo con l’incoscienza tipica della gioventù.

Un muso nero come ti chiamavano allora, gli anni più belli vissuti lavorando in miniera, senza diritti, senza certezze, pochi soldi e uno squallido letto in un ricovero di ferro. Avrai udito tanti dialetti e lingue  lontane e sconosciute, hai condiviso zuppe di cavolo nero e pane duro come il carbone, eravate in tanti a farvi forza. Di sera prima di cedere al sonno avrai sicuramente accarezzato la foto sbiadita di me e mamma con il sorriso stentato falso e addolorato.  Ricordo i tuoi abbracci forti e struggenti, quelli non li ho mai dimenticati, sapevano di lacrime e sangue, di paura e coraggio.

Quei tempi duri sono alle spalle, ora viviamo una nuova paura grandissima e sconosciuta, ogni giorno una catastrofe, uno strazio senza fine, non riesco ad immaginare il dolore enorme che subiscono i parenti e gli amici.

Papà ti penso sempre, ora sono io che guardo la tua foto e piango lacrime dettate dal timore di perderti, ti voglio bene un bene enorme che travalica  spazio e distanza. Sei nel mio cuore, ho i tuoi geni sparsi nel corpo, nello spirito, una luce che non mi abbandonerà mai. Forza e coraggio non basteranno forse, ma l’amore per te è incommensurabile e soprannaturale resisterà sempre nell’infinito, un abbraccio da tua figlia.

 

Alina Pedruzzi

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