Lettera d'addio alla paura
Cara Paura,
​
tu mi sei accanto da quando sono una bambina, mi proteggi e mi osservi da lontano, come una madre fa con i suoi figli. Come una madre, mi lasci libera di vivere, ma non mi perdi mai di vista. Non dimentichi il linguaggio dei miei sentimenti più profondi che non hanno voce, perché tu sai come sentirli.
Eppure, a volte, la tua presenza mi sembra così ingombrante, dentro al cuore, sulla pelle. Mi suggerisci cosa fare, come un sospiro intermittente. Mi rimproveri con vigore quando commetto un errore, eppure sono cauta e attenta nel prendere una decisione. Ho rispetto di ciò che sento, ma soprattutto di ciò che per me non ha più senso. Lo allontano con gentilezza, non lo metto fuori dalla porta pronunciando parole corrette e corrotte. Non mi piacciono gli schiaffi, preferisco sempre una carezza.
Cara Paura, ti assicuro che non ho più bisogno che tu mi tenga tra le braccia. Ti sono grata per la tua costanza, ma la tua presenza non può diventare la mia condanna. Adesso è giunto il tempo che tu prenda la tua strada, non sono più quella fragile ragazza. Io basto a me stessa anche oggi che sono sola, chiusa in una stanza.
Porta via con te il ricordo del male che mi hanno fatto, ma lascia sul tavolo della mia anima il dolore che mi ha causato. È mio, da quelle lacrime nascerà un figlio che merita di essere amato. Lascia in ordine i miei pensieri, non toccare l’amore dato e non ricambiato, è oro colato in un giorno come questo in cui mi manca tutto, anche il fiato.
So che ci rincontreremo, perché la vita di te, non riesce a farne a meno. Ma di una cosa sono certa. Non sarai più madre della mia incertezza. Sarai solo figlia illegittima di un momento di debolezza.
Tua,
Flora