Lettera al ragazzo del bus 39
Caro ragazzo del bus 39,
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non inizierò questa lettera che probabilmente non leggerai mai dicendo che tu in realtà non mi conosci.
Ti dico subito chi sono, così ci capiamo: sono la ragazza bionda con la frangetta e gli occhiali grandi dorati.
Quella che sale alle 8:05 a Brignole e quando il bus è alla tua fermata facendo finta di niente ti cerca con lo sguardo, in mezzo agli altri passeggeri che salgono a Piazza De Ferrari.
Tu non ci sei sempre, ma quando ci sei leggo il mio libro con pochissima attenzione per cogliere qualche tuo cenno, una intesa, una occhiata, un sorriso.
Hai un bellissimo sorriso, questo te lo concedo.
Ma sei anche molto stupido. O molto disinteressato. Io vorrei solo che mi rivolgessi la parola e poi potremmo conoscerci, potrei guardarti mentre mi sorridi, potrei sfiorare quelle labbra con le mie e forse saremmo felici o forse no e forse mi faresti soffrire, forse no. Forse sarebbe breve, ma piacevole. Forse saresti solo stupido e superficiale, se ti sentissi parlare, forse saresti solo un uomo come tanti altri, forse non sei altro che un bel sorriso su un bus che prendo ogni giorno. Ma un bel sorriso che mi porto sempre a casa, quando stacco dal negozio. E che fa sorridere anche me quando poggio la testa sul cuscino la sera. Metto sempre una mano sotto il cuscino, sotto la mia testa. E con quel gesto cerco di infilare lì sotto anche il tuo sorriso, per tenermi compagnia durante la notte.
Non so perchè non ho ancora tentato di parlarti. Non sono timida, spesso prendo io l'iniziativa in queste cose, figuriamoci.
Ma l'altro giorno scendendo dal bus mi sono voltata e ho visto che mi guardavi, non negarlo. E mi sorridevi.
Quel giorno ho deciso che era il momento di smetterla di perdere tempo e provare a vedere se la matematica ci è amica: si possono sommare i nostri sorrisi? E cosa ne viene fuori?
Sono molto curiosa.
C'è solo un piccolissimo problema: sono sfortunata, sempre stata, sai?
Il giorno dopo non c'eri sul bus delle 8:05 da Brignole. Mi hai molto delusa, ma poi mi sono detta, ho perso tante occasioni, ce ne sarà un'altra.
Ma neanche i giorni successivi c'eri e il bus cominciava a svuotarsi per colpa di questo stupido virus.
È finita che hanno dovuto chiudere il negozio in cui lavoro, decreti, restrizioni e tutto quanto. Te l'ho detto che sono sfortunata, che ti aspettavi?
Chissà se ora tu lo prendi di nuovo il 39...
Bene, sembra che dovrò aspettare per poter fare della matematica con te, mi sta bene.
Intanto metto sotto al cuscino il tuo sorriso, lo tengo al sicuro, stai tranquillo. È qua a casa con me, per un po'. Spero non troppo.
Ma te lo restituirò, se prometti che ogni tanto mi ci fai fare un giro, ti assicuro che possiamo lavorarci insieme e migliorarlo!
Con affetto,
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La ragazza del bus 39