Lettera a tutti gli amori invincibili
" - Il principe riuscì a intravedere la principessa rinchiusa nel castello, sorvegliata da delle guardie vestite di azzurrino che la bloccavano ogni volta che cercava di evadere, e guardava tra le sbarre della grata sulla finestra. Ora non gli restava solo che introdursi nella fortezza e salvarla. Mentre si avvicinava al ponte levatoio all’ingresso, però, accadde qualcosa di totalmente inaspettato, tanto che neanche la fanciulla che assisteva dalla finestra avrebbe immaginato un simile colpo di scena: un enorme drago squamoso, alto più di tutto il castello e grosso come dieci palazzi sbarrò il percorso del giovane guerriero e sputò una fiamma lucente di fuoco carminio e bollente mentre dalle sue narici fuoriusciva del fumo ovattato, ruggendo. Il principe, alle sue calcagna, si sentì rabbrividire, e per un piccolo momento sentì che non sarebbe riuscito a metterlo ko, ansi, sarebbe stato lui stesso a perdere l’incontro. Poi guardò gli occhi languidi della principessa, in cima alla torre, che da frenetica per l’illusione di libertà sentì che il suo sogno di riabbracciare la natura fuori dalla prigione sarebbe stato distrutto in pochi attimi. Non poteva permetterselo, quella fanciulla desiderava solo di poter essere lasciata libera, ed era lui che doveva garantirglielo, si era promesso che l’avrebbe salvata, e quello sarebbe stato l’esito a tutti i costi. Il principe inforcò la spada, tenne lo sguardo fisso sul drago sfiammante, che a sua volta lo guardava con i suoi grandi occhi rossi, raccolse tutto il suo coraggio e decise di affrontarlo: il mostro lo inseguiva, ma lui era più veloce e gli salì sul dorso. La bestia gridava inferocita e cercò di liberarsene ma, ancora una volta, il principe fu più forte e fece contrastare i ruggiti dell’animale con un lungo strillo di dolore. Ce l’aveva fatta, aveva sconfitto il drago. Trionfante scalò la murata di pietra che costituiva le pareti della torre, corse a denti stretti sfidando la gravità, si intrufolò in una finestra di grata che smontò con i suoi muscoli possenti e finalmente liberò la graziosa principessa, le baciò la mano, la condusse fuori dalle mura. Ella aveva lo sguardo più pieno che mai, i suoi occhi erano pieni di limpide stelle brillanti, e riaffondare i piedi tra l’erba profumata la rese la donna più felice della terra. Il principe, pur di godersi lo spettacolo del suo libero sorriso, aveva addirittura ucciso un drago. Vissero per sempre felici e contenti. Fine. -
Te la ricordi mamma? Me la leggevi sempre da bambino, era la mia favola preferita. Ricordi quanto mi emozionavo quando il principe aveva la meglio sul drago? Nonostante non fosse sicuro di riuscire a sconfiggerlo aggrovigliò tutto il suo sangue freddo pur di salvare la principessa. È una bellissima storia, mamma, sicuramente lo pensi anche tu: me la leggevi tutte le sere anche se eri stanca e volevi andare a letto, ma riuscivi sempre a dare la giusta interpretazione, mettevi molta empatia quando lo facevi, credo che ormai tu la sappia a memoria. Io ero sempre impaziente di quel momento della giornata, attendevo tutto il giorno di infilarmi nel letto ed ascoltarti recitarla. Mi rendeva sempre sereno pensare che, in un universo parallelo, tutti riusciremmo a sconfiggere un drago, scalare una torre altissima e salvare una principessa se solo il nostro amore per lei sia forte abbastanza. Io credo che se un legame è stretto a tal punto non veda confini. Talmente forte che riuscirebbe anche ad abolire tutti i mali. Mamma, io ti curerò. Sconfiggerò il drago, scalerò anche le montagne se necessario, stringerò i denti e combatterò con tutto il mio cuore, finché non riuscirò a portarti via da questa maledetta torre. Tu non sei una principessa, sei una regina, la più bella del mondo, e la mia promessa è quella di salvarti. Lo giuro, mamma, io ce la farò. Vedrai che tra poco finirà tutto, verrò a prenderti e tu starai bene, e sono sicuro che un giorno anche noi saremo felici e contenti. Ti amo, mamma.”
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Un ragazzo di sedici anni, brillante studente ed aspirante medico, a cui era stato proibito di visitare la mamma in terapia intensiva, affetta dal Covid. Il giovane aveva quindi scritto una lettera ed aveva pregato un infermiere di leggerla alla paziente. La voce che la donna, intubata a e ingabbiata in un casco che le copriva quasi del tutto il volto, voleva sentire non era la stessa, ma ascoltando la favola della buonanotte scritta in modo quasi identico comprese che il suo principe l’avrebbe salvata. Una piccola e silenziosa lacrima scese dal viso della donna che, per la prima volta da quando aveva scoperto di essere malata, vide un piccolo barlume di speranza in quella stanza così tristemente spenta.
Non perdete mai la speranza, nulla da temere per gli amori invincibili.
Margherita