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Scrivo all'una e 5

Lettera a me.

 

È il 21 marzo.

È primavera.

Fuori il mondo esplode ed esplodono i fiori. Esplode il mio cuore. Esplodono le mie paure.
Da circa un mese ho deciso di cambiare lavoro. Da circa un anno ho deciso di cambiare vita. Ho trovato il lavoro dei miei sogni, in un altro stato. Ho trovato l’uomo dei miei sogni, in un’altra regione. I miei vivono relativamente vicini, ma siamo lontani. I miei amici non sono qua con me. Siamo tutti in un limbo, sospesi fra l’oggi e il domani, fra il desiderio di un abbraccio e la sensazione d’essere più soli che mai.

Cucino molto, guardo film, leggo libri. Cerco di parlare con me stessa, con gli altri. Faccio un sacco di videochiamate, provo a ballare, a ridere. Mi appesantisco il fegato con vino rosso e Menabrea.

Cerco di pensare a quando finirà, e sarò su un’isola greca a guardare il mare e a lavorare. Lui verrà, ci berremo una bottiglia di vino in spiaggia e sparirà il resto del mondo. Mia madre verrà a trovarmi, dimenticando il terrore d’avere il diabete ai tempi del Corona Virus. Vedrò mio padre, che ha la psoriasi e il sole gli fa bene alla pelle.

Respireremo un’aria diversa e ci sentiremo meno soli.

Ma saremo sempre diversi.

 

Forse, però, saremo felici

Giulia

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