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Lettera a Liutang

SONO VIRUS E SONO FUGGITO DALLA CINA, MA HO NOSTALGIA DI LEI. 

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Mi ero ben collocato in Cina, dove avevo trovato un terreno fertile alla mia diffusione. Siamo in tanti e tutti protesi verso un lavoro costante e rigoroso: avrei potuto e ci ho provato a ramificarmi in una rete vasta e ben dislocata.

Ma come è uso da noi, dopo il primo impatto tutti si sono schierati contro di me in una falange di silenzio e chiusura ermetica, che mi ha tolto ogni possibilità di tessere la mi tela.

Sono state chiuse tutte le porte alla mia diffusione. Ho dovuto prendere la fuga verso altri lidi.

Ho pensato che uno spazio lo avrei trovato in Europa e in particolare in Italia dove la comunità cinese è ben radicata, non vorrei mai abbandonare le mie radici: sono nato in Cina e voglio conservare la mia identità di Virus cinese, magari poi diverrò globale, ma alle mie radici cinesi non voglio rinunciare: l'Oriente è il mio luogo di origine di vita.

In Italia ho trovato buona ospitalità e ampio margine di diffusione.

Gli italiani sono un popolo ospitale: mi fanno sentire come in patria, d'altronde anche in politica hanno fatto un buon accordo con la Cina: vogliono aprire la via della seta!

Ecco ora mi ritiro in Italia e mi ci trovo molto bene, anche se qualche tentativo di farmi fuggire si sta facendo: le idee contrastanti di politici, virologi e manipolatori del web mi rendono un ottimo servizio: mi danno la certezza che la mia diffusione potrà avere una durata prolungata ed offrire agli Italiani prima e all'Europa poi insieme a tutto l'Occidente una nuova chiave di lettura dei rapporti interpersonali: magari più identitari. 

Ma in Cina come stavo bene e ho nostalgia di ritornarci e rimanerci!

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​Emidio Parrella

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