Lettera a chi si sente un po' lumaca
Cara lumaca,
perché piangi rintanata nel tuo guscio?
So che ti senti sola, so che gli altri animali spesso non ti notano e ti calpestano, mentre tu , inerme, cerchi invano di correre, ma resti sul posto e finisci schiacciata. Poi ti rifugi sotto la foglia più nascosta che riesci a trovare, e lì, protetta dal mondo, rimetti insieme i cocci, ogni volta in modo sempre più alacre, così che il tuo riparo sia sempre più resistente ed impenetrabile.
eppure loro te lo frantumano continuamente, senza difficoltà …
Piccola lumaca, ti scrivo perché vedo come guardi gli altri animali quando ti passano noncuranti affianco, vorresti essere al loro posto, sapere come ci si sente a poter galoppare all’infinito sui prati, a riuscire a difendersi con un pizzico di veleno, o a volare sfiorando le nuvole.
Io lo so fragile amica mia, che è dura quando un gatto si diverte a rovesciarti solo per il semplice gusto di farlo, e che è difficile quando le lepri ti deridono perché per i loro gusti sei troppo lenta. Lo so, perché anche io mi sentivo un po’ come te, sempre sul punto di crollare, perennemente sull’orlo di un precipizio di cui non riuscivo a scorgere la fine.
Ma cara sorella di sventure, arriverà il tuo momento, arriveranno gli applausi, i complimenti, i sorrisi.
Perché anche se tu ancora non lo sai, sei davvero speciale:
quante volte sei finita in pezzi? E quante volte li hai rimessi insieme? Altro che un elefante, te hai la forza di un branco intero.
Piccola, davvero, non piangere più, che presto pioverà, e devi prepararti a sorridere, che quando tutti gli animali si ripareranno dall’acqua, tu butterai finalmente ogni timidezza, ogni insicurezza, ogni tristezza; e semplicemente ballerai accarezzata da quelle gocce di gioia che ti illumineranno l’anima.
Un’amica.
Casarino Irene – 16 anni