La vita sospesa
Incertezza, inconsistenza, prevedibilitá é questa la materia da cui sono fatte e mie giornate in questo periodo. La vita si è interrotta ed è rimasta sospesa in un limbo lattiginoso dall’apparente consistenza della nebbia, avvolta da un silenzio ovattato in cui l’unico rumore che si sente è quello dei tuoi pensieri che non ti lasciano mai e dai quali non puoi piú distrarti fuggendo in qualche locale sufficientemente rumoroso tanto da non ascoltarli, é in questo limbo che sono rimaste sospese frasi, pensieri, gesti e sguardi che mi ero ripromessa di dirti il giorno dopo o la settimana successiva e che invece sono rimasti lì.
Via tutto, da un giorno all’altro, via le abitudini, via i sabati e le domeniche, via i “ci vediamo domani” via il poter soffermarsi a guardare qualcuno negli occhi un po’ di più, a meno che non sia il tuo salumiere o la cassiera del supermercato.
Via tutti quei fronzoli inutili ma tanto cari quanto funzionali con i quali abbellivamo le nostre esistenze per non sentirne il vuoto. Ma quando va via tutto, cosa rimane? Rimane l’essenza, il nucleo, il centro pulsante del nostro essere, quello da cui tutto parte e del quale ci siamo sapientemente ed abilmente dimenticati, o nei casi peggiori, non abbiamo mai conosciuto, quel nucleo che contiene la pura verità su te stesso adesso é lì, davanti a te, tanto scarno e spoglio quanto ingombrante e imponente, un macigno che non puoi più ignorare e con il quale sei costretto a fare i conti ogni mattina al tuo risveglio. Ed é stato solo dopo qualche giorno di resistenza, in cui ancora non vuoi affrontarti, che alla fine per sfinimento hai ceduto ti sei reso conto che non ti restava altro che farci amicizia con quel centro di te stessa, quell’amicizia che hai sempre rifiutato e trovato superflua non é più possibile procrastinarla, perché attorno a te adesso non hai nessuno e sei tu l’unica persona con la quale puoi parlare e forse, per la prima volta in vita tua con onestà... e cosí finalmente ti ascolti e ti prendi cura di quell’essere tanto fragile che alberga in te e che ha sempre cercato di attirare la tua attenzione ma che tu hai messo ogni volta abilmente a tacere...ma ecco che ancora svicoli,non ti va proprio di affrontarti e ti concentri magari sulle persone che sono uscite dalla scena della tua vita o che sono entrate invece di pensare a te, ancora una volta cerchi di spostare l’attenzione all’esterno, ancora una volta qualcun altro é più importante di te ma d’altronde é normale, é questo quello che fai da una vita intera pur di non provare il dolore di assumerti le tue responsabilità. E allora te lo ripeti, il centro sei tu, il centro sei tu...e provi a diventare tu stessa ispirazione per un tuo cambiamento in positivo, provi ad uscire dalla tua comfort zone che ti da quella sicurezza che ti é tanto familiare ma che ora sai essere solo apparente, cerchi di fare un lavoro di introspezione profondo e vai a guardare dentro di te quali sono i tuoi demoni, quelli che ti trattengono dal non fare dei cambiamenti, dal non trasformare la tua vita, dal non ascoltarti, é troppo tempo che cerchi di eludere questo vuoto che senti dentro riempiendolo con qualunque cosa tranne che con la consapevolezza di te, di chi sei, di cosa vuoi realmente dalla tua vita, di cosa davvero ti riempie e cosa davvero ti manca.
E cosi finisce un’alta giornata in cui non sei venuta a capo di niente, ma c’è ancora domani e dopodomani e dopodomani ancora. La quarantena é lunga ed é l’unica opportunità che ci é stata concessa, sprecarla sarebbe un delitto.
Cinzia Buompastore