La tua finestra
Caro Nonno,
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Sono qui seduta alla tua finestra, sai quella della cucina?
Quella dove il sole arriva solo al mattino e rimane fino a mezzogiorno perché poi se ne va dietro ai palazzi.
Quella dove ti sedevi tutti i giorni quando vivevi in questa casa; tutte le mattine ti mettevi qui ad aspettare il sole, ma solo fino a mezzogiorno perché poi se ne andava dietro ai palazzi.
Li guardavi anche tu questi palazzi e questi alberi, le case dei pescatori dai colori sbiaditi, c’erano anche quando c’eri tu che purtroppo per una lunga malattia sei stato a casa anni.
Avrai visto tutti questi particolari che ora noto anch’io; quello scorcio di mare da cui ogni tanto rientra un peschereccio circondato dai gabbiani.
È un posto fantastico nonno, è come un quadro su questa piccola fetta di mondo e non l’avevo mai notata prima di adesso.
Uscivo di corsa e rincorrevo le mie giornate, invece adesso che anch’io sono costretta a casa, immobilizzata dalla paura e impotente, ho preso in prestito questa tua finestra, per cercare un raggio di sole.
E ho pensato tanto a te.
Tua Nipote
Emanuela