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La nespola

Ciao papà, ho aspettato la bellezza di 26 anni dopo la tua morte per scriverti una lettera.

La cosa buffa è che ho deciso di farlo per via di una banalissima nespola.


Già che cosa strana, passiamo la nostra vita a correre, a non accorgerci dei dettagli, a pensare che ormai il passato sia passato e che i dolori della nostra vita siano svaniti li in un soffio chissà dove.
Poi una mattina, in un giorno indefinito di una quarantena indefinita ordini la frutta.
Le nespole, quante volte le avrò mangiate in questi 26 anni? Un numero di volte indefinito eppure questa volta è stato diverso.


Mi sono ricordata di quando la mamma la prendeva dall’albero che cresceva di fronte alla mia finestra, la prima nespola diceva e io ero felicissima, ero felice perché per qualche motivo che non ricordo la mia vita era perfetta forse perché c’eri ancora tu.

Forse perché eravamo una famiglia stupenda che viveva in una casa troppo grande ma che era piena d’amore e quando dico piena d’amore non scherzo.


Così è da quella mattina che mi gira in testa di scriverti una lettera, volevo farlo con la tua macchina da scrivere una delle poche cose che mi è rimasta di te… ma poi ho pensato di sfruttare questo bellissimo blog dove finalmente le emozioni trovano il loro giusto.


Sai papà siamo tutti in quarantena, dal giorno alla notte costretti nelle nostre quattro mura.. 
Non ci spiegano davvero il perché ma dicono sia per il nostro bene..per proteggere noi e i nostri cari.
Sai ho pensato che se ci fossi stato tu probabilmente saresti riuscito a prenderti una terza laurea o semplicemente sresti riuscito a far ridere la mamma. Le manchi sai? Non penso smetterà mai di amarti, non penso smetterai mai di mancarle. Dio solo sa quanto ti ama. L’amore della sua vita ti chiama ancora dopo tutti questi anni. Il dolore l’ha resa forte e forse un po troppo dura con se stessa ma è una donna come ce ne sono poche e ora capisco perché l’amavi cosi tanto.


Io e i miei fratelli stiamo bene. Abbiamo delle famiglie stupende e nonostante le difficoltà ce la caviamo.
I tuoi nipoti sono dei concentrati di meraviglia, energia, dolcezza.. uno di loro, il più piccolo pensa che tu sia una stella.

Che sciocca idea eh direbbero alcuni.. lui no, l’ha preso da me, aspettare la stella più luminosa e darle la buonanotte ogni sera perché quella stella sei tu. Una sera mi ha addirittura detto che secondo lui tu sei proprio la luna e non mi stupirei che lo fossi perché emanavi un energia che anche io che ti ho vissuto cosi poco non riesco dentro di me a dimenticare.


Mi manchi sai? Mi manca terribilmente non ricordarmi la tua voce, non sentirmi più dire che ero la tua
contessa.
In questi giorni guardo spesso una nostra foto.. mi commuovo ogni volta. Avevi un modo di guardarmi che
esprimeva un amore che non era definibile.


Sei stato l’uomo piu importante della mia vita e il fatto è che non l’ho mai voluto ammettere a me stessa perché ti ho vissuto talmente poco che non potevo pensare fosse cosi. Ma tu in quel poco tempo mi hai insegnato l’amore.


Hai costruito una casa e una famiglia per noi. Mentre ci lasciavi per quella stupida malattia che aveva preso l’uomo piu sano del mondo ti accertavi che fossimo tutti al nostro giusto posto. 

Non ci hai mai detto addio. O magari l’hai fatto a tuo modo. Mi sono chiesta per tanti anni perché non avessi una tua lettera, un qualcosa che mi facesse capire che volevi che io sapessi e mi ricordassi quanto mi avessi amata poi ho capito che il piu grande regalo che potessi farmi fosse quello di lasciarmi il tuo ricordo, un po' sfocato certo ma con tutte le possibilità di riempirlo e ricostruirlo grazie a chi mi è rimasto accanto.


Non so se sia possibile che tra un padre e una figlia in solo 4 anni si crei un legame che li terrà uniti per sempre in questo modo.. non so neanche se e qualcosa a cui mi aggrappo per non lasciarti andare. Quello che so è che ho deciso di scriverti questa lettera, che non leggerai mai ma che mi piace pensare rappresenti il saluto che non ci siamo mai dati e che sia un mio modo per dirmi che sto facendo la cosa giusta.


Ho visto un film recentemente, il padre alla fine saluta sua figlia e le dice “vai avanti su questa strada, perché è la strada gista”.

Ho sentito parecchie volte l ateoria secondo cui ci sono alcuni film che ci entrano dentro e li facciamo nostri, anche solo alcuni momenti, alcune scene.

Mi è successo, tra una lacrima e un’altra credo che quello che tu mi diresti se fossi qui, se ci salutassimo oggi per sempre è che sono sulla strada giusta.


Quindi ringrazio questa quarantena, perché mi ha fatta rallentare, perché mangiando quella semplice e buonissima nespola mi ha fatto ricordare di quanto io ti ami e di come lo farò per sempre e di quanto io abbia di te in me.


Ciao papà, grazie per quei nostri fantastici quattro anni di vita insieme.
Ti amerò per sempre.
La tua piccola ormai grande contessa.

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