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La musica dell'anima

Come svettano imperiose

queste note di canzoni immutate

che se ne stanno lì inermi

mentre il mondo crolla silenziosamente

fra i rumori ovattati delle sirene.

 

Loro non lo sanno che l’uomo

è un trasformatore di significati

a seconda delle situazioni.

 

Se ne restano lì egoiste

a riprodurre la stessa sequenza

ignare della portata futura dei pensieri.

 

Sono maliarde evocatrici

di un passato che non esiste più.

 

Quanti nomi dimenticati,

necrologi anonimi ma sofferti,

vite spezzate.

 

L’uomo pensava di lasciare un indelebile segno

con le proprie gesta,

il proprio operato.

 

E invece tutto diventa cenere

trasportata via dallo stesso vento

di questo invisibile nemico.

 

Quelle stesse note

mutano la propria forma ora.

Sono un grido perpetuo

di una nazione,

di un mondo intero

in ginocchio.

 

Diventano un suono sordo

ma perpetuo

di una linea continua

che segnala la fine.

 

All’interno dei padiglioni

stanno scrivendo una nuova musica

sono eroi ammantati di bianco.

 

I malati sono impauriti

ma l’essenziale scorre

attraverso i loro occhi.

 

Comunicano così

quando sono coscienti

trovano confronto dal supporto,

dallo scambio di umanità.

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