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Il mondo là fuori

Oggi scrivo questa lettera a voi, ai miei 15 nonni che vivono nel centro Alzheimer in cui lavoro.

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Scrivo a voi perché siete le uniche persone che posso ancora abbracciare in questo periodo di quarantena, siete le uniche persone che incontro, le uniche persone che mi “permettono” di uscire. Vengo da voi ogni mattina, ma in questo periodo particolare entrare lì dentro è del tutto differente. Appena varco la soglia della struttura magicamente ogni paura lascia spazio al “vostro mondo”, le paure là dentro scompaiono, i timori e le preoccupazioni non sono più così importanti perché ciò che conta siete voi, voi con le vostre paure, le vostre necessitá e perché no, anche le vostre fissazioni mentali. Le otto ore di lavoro le trascorro come se vivessi in un mondo parallelo, voi non avete minimamente idea di quello che sta succedendo all’esterno, un po’ perché è meglio non crearvi ansie e preoccupazioni, un po’ perché intanto ricordereste l’informazione solo pochi minuti. Nel vostro mondo parallelo, però, avete in un certo senso notato dei cambiamenti: i vostri parenti, figli, fratelli, coniugi e amici non vengono a trovarvi da ormai un mese, noi lavoriamo indossando una mascherina che i primi giorni vi ha tanto inquietato, ogni dieci minuti siamo pronti a disinfettarci e disinfettarvi le mani più di quanto facessimo già prima; ogni mattina e ogni sera l’infermiera vi prende la temperatura corporea e al primo starnuto stiamo tutti allertati. Cerchiamo, nonostante le mille preoccupazioni, di darvi lo stesso amore e lo stesso calore di prima. Cerchiamo di farvi sentire meno soli attivando molte telefonate che possano sostituire, seppur in parte, le visite. Cerchiamo di tenervi occupati, anche più di prima, perché ci accorgiamo che ne avete estremamente bisogno e forse quel bisogno è anche un po’ il nostro. Cerchiamo di tenerci lontani da tutte quelle preoccupazioni che costantemente la tv ci “butta addosso” come secchiate d’acqua e quindi evitiamo qualunque programma possa agitarvi. Ecco, cari nonni, il vostro mondo è così particolare e le vostre teste fanno dei viaggi così strani che talvolta andare al vostro passo è difficile e faticoso, ma vi assicuro che ad oggi è il mondo migliore in cui io possa stare, è il rifugio più sacro e puro. Spero che tutto questo possa concludersi presto, spero che alla fine nulla sarà cambiato perché noi ce la stiamo mettendo tutta per far sì che possiate essere in buona salute e vi giuro nonni che quando tutto questo sarà finito io ve lo racconterò, probabilmente come una vecchia storia, come una fiaba o come una leggenda, ma ve lo racconterò. Con immenso affetto,

 

Claudia (la vostra educatrice)

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