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Ehi mamma

Ehi mamma,
hai mai letto quella poesia di H. Hesse che dice “qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta davvero il bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello.”?
Perché sai mi hai insegnato che a letto bisogna andarci con il cuore leggero, che decide il destino chi far entrare nelle nostre vite, ma dobbiamo essere solamente noi a decidere chi far rimanere, che nel sugo bisogna metterci un pizzico di zucchero per non sentire così tanto l’acidità del pomodoro e che forse, bisognerebbe fare lo stesso con le persone.
Mi hai insegnato ad amare le diversità, che non è sbagliato andare contro corrente, ma è una violenza andare contro cuore... mi hai insegnato ad amare la pioggia così da meravigliarmi sempre per una giornata di Sole, che non esiste profumo più costoso da battere l’odore del bucato appena steso, le patate arrosto bruciacchiate in forno, l’erba del giardino appena tagliata o l’odore di una focaccia fatta la domenica mattina.
Mi hai insegnato molto, tanto da rendermi la persona che sono, però... prima che io non possa più tenerti per mano, ma solo nel cuore, ti insegno anch’io alcune cose.
Che non è sbagliato rallentare un po’, che se ti vesti ti porto a vedere il Mondo, quello che non hai mai visto per comprarmi un paio di scarpe in più, che possiamo passeggiare anche restando in Silenzio perché se te ne vai perdo il rumore più bello.
Che dobbiamo recuperare tutti gli abbracci che non ci siamo date... che va bene il lavoro, gli impegni, le bollette da pagare, ma promettiamoci di darci un abbraccio al giorno che duri almeno un per sempre.
Ed allora mamma, qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami, mi trovi sorda al tuo appello... perché mentre gli altri giocano a spezzarmi, tu riesci inevitabilmente a ricompormi il cuore.

​

M.I.A.

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