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Due mani e uno spazio infinito

Ebbene, non è proprio mezzanotte spaccata... ma è l'orario che più mi piace, proprio perché in questo momento riesco a rinchiudermi nella mia stanza, a letto e al caldo... l 'unica parte scoperta che rimane è il cuore.
In questi giorni che sembrano non avere fine, ogni cosa che attraversa e permane nei miei pensieri da settimane, ha fatto grossi passi avanti: da banali e semplici, a costanti e di vitale importanza.
Tutto quello che con monotonia si ripete da giorni, è il motto di "essere sicuramente più uniti domani, anche se siamo distanti oggi"...
Tutti sappiamo che tante cose saranno ben diverse, ma sappiamo anche cosa fortemente ci sta mancando più di ogni altra cosa.
La mia risposta personale è questa: MANI.
No,non sono matta...sono profondamente commossa nel pensare che il semplice intreccio di 2 mani, sia la cosa che più mi manca.
Ho sempre trovato poesia e affetto ma anche dolcezza in questo simbolico gesto
, semplice e per niente complicato se le due mani sono complici, se si conoscono a memoria...se si incrociano per la prima volta intimidite.
La stretta di mano che più bramo è quella dei miei nonni: sono distanti esattamente mezz'ora da dove abito io, al di là del ponte che stanno ultimando...mi mancano così tanto che ogni volta, ogni giorno, racconto tutto ciò che faccio o che mi invento con quella matta di mia mamma
. Cerco di farli sorridere e cerco di sdrammatizzare il fatto che sono da soli e non più abituati a vedermi sbucare di sorpresa almeno 2 volte a settimana per pranzare o cenare insieme in casa loro. Mi mancano le chiacchierate, il telefono di mia nonna che puntualmente ha sempre da sistemare le impostazioni dell'orario e della data del calendario, manca mio nonno che fa i suoi comizi sul telegiornale, che mi chiede come va con la macchina nuova, se l'olio è stato cambiato, se le luci funzionano tutte.
Manca mia nonna che inevitabilmente mi riempie di borse con tutte le cose buone che ha preparato o comprato per farmele portare a casa, soprattutto le polpette al sugo che fa lei (un modo come un altro per stuzzicare mia mamma e per farle capire che come le sue polpette, non ce ne sono altre) .

La stretta di una mano fredda (costantemente la mia), senza sangue (come dice il nonno puntualmente)... con quella calda e dolce dei miei nonni splendidi. 
Loro si che si conoscono da sempre!

Le altre mani che mi mancano e che ho imparato ad osservare sono quelle dei miei amici: quelli che vedi a partire dall'improbabile giovedì sera lavorativo, per una birra, o per il venerdì dei "giovani" che vogliono chiudere in bellezza la settimana con leggerezza e 4 o più risate...ma sono anche amici del sabato che non mancano mai nel chiedere se " ti unisci a loro", "stasera appe e poi si va da  qualche parte "... anzi, ancor meglio può identificarli con la classica uscita del tipo  "raga ma, stasera che si fa? Ma dove andiamo che piove e fa freddo?"
Sono loro che hanno le soluzioni e che mi hanno tirata fuori dal solito giro di boa lavorativo e che mi facevano completamente scordare la stanchezza del cervello in panne.
Mi manca abbracciarli anche a caso, senza un motivo preciso se non quando li saluto per la buonanotte quando capita.
Li abbraccio per motivi miei che non dico, lo faccio perché sto bene nel farlo, il calore e l'affetto è così bello da sentire.

Mi mancano le mani di chi si appizza la siga, le mani di chi si sistema i capelli appena incerati con cura...chi sistema gli occhiali e chi si copre la bocca dalle risate...Non per gli sbadigli, quelli sono liberi e con le tonsille ben in vista!

Quelle strette di mano che non dimentichi, quelle della coppietta del gruppo, una mano che si appoggia a braccetto di qualcuno a cui tieni e con il quale ritagli la passeggiata per i vicoli nel quale racconti tante cazzate per ridere o magari ti confidi, il tutto mentre si va nel prossimo locale .

La cosa che però mi preme davvero è unicamente una sola: le sue mani.
Beh, diciamo che hanno iniziato a conoscersi da qualche mese, in un modo così dolce e semplice, alquanto inaspettato. Sono mani che si sono prese con timidezza ma che hanno iniziato a cercarsi un po' di più nel tempo.
Sono le mie mani che prendono le sue, le mie mani che prendono il suo viso, le sue braccia, e che cercano di avvolgere tutto quello che più mi fa bene. Dal bacio che inizia a scaldarmi il cuore, all'amore che abbiamo fatto stringendo la sua schiena verso di me...Alle carezze che entrambi ci siamo dati dopo quei momenti così belli e puri di noi!
Gli abbracci che cerchiamo dopo l'amore secondo me, sono l'apice del benessere della nudità dell'anima: così spoglia e libera, senza vergogna di due corpi nudi che si abbracciano teneramente.
Mi manca lui...e le sue mani così morbide.

Saranno banalità, sarà che sono pensieri strani...di solito in momenti brutti o tristi, distanti da persone a cui tieni, sicuramente non vai a pensare a queste cose: le mani.
Tse...
una ragazza al quale manca il ragazzo sicuramente non penserà a questo, o magari si .

E io non sono normale...amo perdermi in queste piccoli vuoti di pensiero.
Sono semplicemente assorta in modo amplificato in piccole cose che sono sicura di non aver apprezzato abbastanza in vita mia...o forse non ho mai vissuto pienamente.
Queste mani sono un pensiero felice, mi fanno bene perché sono piene di storie da ricordare e da attaccare al cuore come post-it colorati.

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