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Domenica. 6:01

F.,

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Ti scrivo da una stanza vagamente illuminata, a causa di persiane troppo fitte che offuscano l’insolita luce solare irlandese della domenica mattina, quando il mondo ancora dorme beato e tu non riesci a capacitarti di come sia in grado. Settembre.

Il mese dei prologhi invernali, degli epiloghi estivi, dei nuovi propositi e della routine che rientrerà pian piano ad essere l’unità di misura delle nostre giornate. Tutto ciò mi ha sempre dato un senso di conforto, come se il ciclo delle stagioni in arrivo mi regalasse nuove opportunità per cambiare, in futuro, un passato che non ritornerà.

In parte spero sia così.

Vorrei tanto farlo.

Vorrei ancora parlarti per ore e ore della vita, finché il cielo che incornicia il panorama della città illuminata non impallidisce, colorandosi di celeste; mentre la fretta inizia a divorarmi a causa di un orologio tremendamente preciso che, quando mi trovo accoccolata a te, si dissolve.

Credo che l’amore sia così: un’ora che, ogni volta che i nostri sguardi si fondono insieme ai nostri cuori, equivale ad un suo sessantesimo di minuto.

È vero. Vorrei ancora parlarti dell’amore. Spronarti ad aprire il cuore ed insegnarti che amare significa adorare ciò che celi all’atro. Un po’ per paura di giudizio. O forse semplicemente perché alcuni demoni vogliamo tenerceli nascosti dentro, aspettando di affidarli a qualcuno di abbastanza valido che se ne prenda cura.

Ama, F. Trovala quella persona che ti spia dalla finestra della camera. Quella ragazza che trema aspettando che la tua auto si faccia viva sul vialetto della sua casa e che, nel momento in cui riesce a scorgere la luce dei fari puntati sulla sua finestra, si immobilizza.

Pietrificata di paura.

Pietrificata di amore.

Pietrificata da te.

Trova quel qualcuno che ti ripeta “tu sei troppo per me”, perché è così che ci si sente: come se tutto ciò che hai dentro sia un carico lacerante. Dolce. Leggero.

Innamorati, F . Innamorati di te stesso, perché meriti di tornare a casa, fare l’amore e svegliarti con le dita strette ad altre mani tremanti d’amore quanto le tue.

Quando ti rendi conto che l’amor proprio frutta proprio grazie all’altro. Perché meriti di essere scelto per i tuoi pregi, in quanto sono tutti da adorare ma, soprattutto, per i tuoi difetti e renderti conto che, una volta smascherati, la persona giusta rimarrà accanto a te per baciarli con ancora più passione.

Fallo per te, F. Fallo perché non meriti di essere uno dei tanti, ma perché sei quel ragazzo, nonostante i tanti.

Spero tu lo capisca.

Comunque vada, sappi che, se potessi tornare indietro infinite volte, ritornerei sempre da te.

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I.G.

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