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Caro V.

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Mary Miller è una scrittrice di fiction Americana. Il suo ultimo libro è Biloxi: A Novel, pubblicato questo mese da Edizioni Black Coffee. Anche Happy Hour, una collezione di storie brevi, è disponibile.

Caro V—

 

Ho deciso di tenere un diario. Ieri notte, quando non riuscivo a dormire, ho cominciato a scrivere qualcosa nella mia testa. Era intelligente e interessante, ma adesso sembra impossibile essere intelligenti o interessanti. La mia vita, come quella di quasi tutti, è confinata dentro casa, tranne quando porto a spasso il cane. Il cane ed io stiamo a volte seduti nella veranda e ogni tanto urlo - e lei abbaia – ai vicini: Ciao, Bruno il cane e Christian! Ciao Meg e Josie! Carly e il piccolo Jorge!

 

Mio marito va ancora in ufficio cinque giorni a settimana, anche se non lavora fino a tardi come prima e non va a giocare a bowling o al cinema, alla sera. Nei weekend è a casa con me. Non va neppure a casa di sua madre a cambiare le lampadine, e lei probabilmente è lì seduta al buio.

 

Devo dire: non dormo bene da molte notti, non solo quest’ultima. Intanto, mastico troppa gomma alla nicotina. Due per volta in bocca è bello ma ho scoperto che tre è anche meglio.

 

La vera ragione per cui voglio tenere un diario è per una specie di pratica di scrittura di basso profilo. Devo trovare un modo di convincere me stessa che la scrittura non ha senso, solo parole in un file su un laptop che possono essere facilmente cancellate. Ho bisogno di credere che significhino così poco perché da tempo non sono in grado di concludere nulla. Inizio una storia e mi fermo a metà. Lascio il file aperto come incoraggiamento e non faccio nulla lo stesso.

 

Spero che tu stia lavorando, mi sono sempre piaciute le tue storie. Mandami qualcosa quando puoi, oppure diamoci delle scadenze e scambiamoci i lavori. Mi mancano le scadenze, e a te? Ero così brava a scuola; era così bello prendere una A. Se qualcuno mi valutasse, adesso, potrei eccellere ancora.

 

Il cane ed io siamo stati seduti nella veranda per un po’… E’ una bella giornata di sole e gli uccelli cinguettano e a noi piace guardare la gente che passa, molti dei quali non abbiamo mai visto prima. Adesso che non c’è letteralmente altro posto dove andare, tutti sono costretti a portare a spasso cani che non sono mai stati al guinzaglio, aggiustare vecchie biciclette e riesumare scarpe da tennis dal fondo degli armadi. Un ragazzo è appena passato in sella a una bicicletta molto lenta e cigolante. Mi ricorda The Truman Show - vedi le stesse persone, ancora e ancora, fare lo stesso loop, attori pagati che fingono di essere gente normale così Truman continua a credere che la sua vita sia reale.

 

Non ho ancora lavorato su questa storia. Ricordamelo ancora: perché scriviamo romanzi? Perché inventiamo cose?

 

xo,

mm

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