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Contro i muri

Cari noi del futuro, vi scrivo di una cosa presente, per voi passata, e di come non me l’ero immaginata proprio così. Questo mi insegna, se non molte, almeno una cosa: dare valore. Quando mia mamma, il 21 luglio 2017, scriveva ‘Che i tuoi desideri si avverino tutti’ il valore che attribuivo a quello che stava succedendo, mi stavo laureando, era quasi vicino allo zero. Oggi, 16 aprile 2020, non mi è possibile onorare come vorrei quello che sta succedendo, mi sto laureando di nuovo. Fino a qualche mese fa ci avrei giurato, questa fine sarebbe stato l’inizio che stavo aspettando e che per molti mesi mi ha fatto pizzicare mani, piedi e idee. Poi tutto è diventato immobile e la differenza tra fine e inizio quasi non la percepisco più. Quei desideri rimbalzano sulle pareti e ritornano dritti nel cervello, ci riprovano a schizzar fuori e magari finiscono in un braccio o in un orecchio. Per farli funzionare devono finire nel cuore. Ed è troppo difficile che succeda per caso o per fortuna durante questa partita contro i muri. Si sa, le cose tendono al disordine. Entropia, quella che governa il mio armadio e la mia scrivania. Per fare ordine ci vuole un po’ di energia. Entalpia. Che al di là delle leggi della fisica può voler dire impegno, lavoro e volontà. L’espressione in cui credo di più. O almeno, quella indispensabile perché esistano tutte le altre. E allora io voglio – e faccio una pausa – che i miei desideri, quelli che conosco quelli che ho dimenticato e quelli che arriveranno, tornino nel mio cuore. Dove potranno sperare, insieme a me e più di me, di esistere. E rinascere dalle proprie ceneri ogni volta che moriranno. Il primo lo dedico proprio a voi, cari noi del futuro: ciò che ci sembra banale, ciò che non ci piace, ciò che ci fa piangere così come ciò che amiamo, ciò per cui lottiamo e ciò che ci entusiasma… onoriamo tutto questo in nome della semplicità con cui può scomparire.

 

Vostra, Camilla del presente, poi del passato.

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