Ciao, Amore
Ciao, Amore.
Come stai?
È da più di venti giorni che non ti vedo, non sono abituata. Mi sento sciocca a scriverti una lettera, pensando che ci vediamo sempre; non è strano per te leggere queste parole con la mia voce?
Non so nemmeno cosa dirti che tu non sappia già. Amore, lo sai che mi manchi, mi manca il tuo profumo, le tue dita tra i miei capelli blu, sentirti parlare, cucinare per te, cercare paesaggi nei tatuaggi che hai sulle braccia, morderti le guance dopo ogni bacio.
Sarò sincera, Amore, questa quarantena mi sta uccidendo, mi sento impazzire, mi sento soffocare. Passo le giornate a fissare il nulla sdraiata per terra, cerco di far passare il tempo. Amore, scusa, ma a furia di lavarmi i capelli non sono più blu, sono di quel colore che tu definisci “il mio colore”, quella specie di verde acqua quasi azzurro. Chissà quanta ricrescita avrò quando ti potrò rivedere, chissà come sarà lunga la tua barba.
Questo periodo mi sta insegnato tanto. Mi ha fatto capire quanto siano scontate le piccole cose, i film che guardiamo dopo cena, i pomeriggi e i gelati, le passeggiate, andare a prendere i nostri fratelli a scuola, il cinema, assopirmi quando guardiamo Italia1 perché non c’è nient’altro, i baci che mi rubi in macchina prima che io torni a casa, le risate, il sushi con gli amici.
Amore, sai che non piango mai, nemmeno i film commoventi sono in grado; questo isolamento mi sta facendo diventare una femminuccia, anche le commedie più idiote stanno diventando film con significati segreti per i quali piangere. Ogni sera, il mio cuore si riempie di qualcosa che mi pare oro fuso: caldo e luminoso. Mi sento amata davvero, non mi sembra possibile. Mi sento così amata veramente che mi metto a piangere.
Grazie, Amore, per farmi sentire così bene, anche se siamo lontani, grazie per amarmi ogni giorno di più. Non so cos’ho fatto per meritarmi una persona così.
Scusa per la lettera sdolcinata, ma sai che a voce mi agito sempre.
Fremo all’idea di riabbracciarti.
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Tua, Fede.