Cari oggetti animati e inanimati
Cari oggetti animati ed inanimati,
questa sera vi dedichiamo un canto d'amore e ricordiamo i vostri sforzi e i vostri sacrifici.
Lo dedichiamo a te, pavimento, che devi subire angherie di ogni tipo: saltelli, corse avanti e indietro, pesi che cadono e rischiano di traumatizzarti. Tu sei l'eroe di questa quarantena. Ti promettiamo che cercheremo di trattarti meglio e limitare i danni che ti causiamo, ti promettiamo che finiranno questi giorni in cui vieni calpestato a morte per raggiungere i famigerati diecimila passi del tracker che portiamo al polso.
E poi ci siete voi, care piante che adornate il nostro davanzale: siete ogni giorno più belle. Bonsi, amato bonsai che sei con noi da ormai quasi due anni, sei il re del davanzale e tutte le piante del nostro mondo si inginocchiano davanti alla tua bellezza.
La tua regina è Dea, una orchidea phalaenopsis giovane, rigogliosa, inarrestabile nel suo slancio verso il cielo.
E infine Tilly, cara pianta caput medusae dell'ordine delle tillantsie: noi ti amiamo e rispettiamo la tua sobria figura snella e vitale. Hai pochi mesi, ti guarderemo crescere e diventare grande.
Vi ammiriamo. E vi vogliamo bene.
Vogliamo bene a te, adorato divano che accoglie i nostri corpi che si abbandonano al tuo abbraccio. Vogliamo ogni centimetro di te: ci litighiamo in una eterna silenziosa guerra la tua morbidezza, aggiustando la posizione dei nostri corpi in una lentissima e impercettibile danza.
Vogliamo bene a te, nostro amato letto: anche se cigoli un pochino e ogni tanto sospettiamo che alcune delle tue doghe siano incrinate, non ci fai mai mancare un sonno ristoratore nella pace della notte: ci doni ogni giorno un altro giorno sulla nostra Terra.
E vogliamo bene anche a voi: doccia, forno, forno a microonde, televisore, computer...
mio adorato compagno di ore passate a fantasticare e immaginare storie e trasformarle in parole che prendono vita sul tuo schermo. Tu non sei solo un tramite. Tu sei il messaggero che sbircia il messaggio. Spero che tu sappia che tutti i sentimenti che grondano da queste mie povere, inefficaci parole, tutto questo inchiostro virtuale è muto e informe senza di te. Non essere mai geloso di tuo fratello minore I phone, lui ti vuole bene: aiutalo a crescere, indicagli la strada.
Ma sopratutto vogliamo bene a te, lavello della cucina.
Il mistero di quell'acqua sporca di piatti lavati che scompare nelle tue profondità ci affascinerà sempre. E sempre ci restituirà la gioia del constatare che sì, i piatti che abbiamo sporcato sono di nuovo puliti.
E di nuovo.
E di nuovo.
Mangiamo su questi piatti il cibo che ci fornisce l'energia per correre dalla finestra della cucina alla porta di casa, saltare sul pavimento della sala per trenta secondi di jumping jack prima della prossima serie di addominali, buttarci sul tappetino e tirarci nuovamente su e anche per baciarci, abbracciarci, fare l'amore e poi avere sete e fame e e mangiare e sporcare altri piatti e di nuovo ammirare il miracolo del tuo assorbire tutto il loro sporco e portarlo via, lontano da noi, non importa dove.
Caro lavandino della cucina, sei parte della cosmogonia delle divinità della nostra casa.
In un mondo in cui la casa è il mondo, voi cari oggetti animati ed inanimati siete i nostri Dei.
Dateci il nostro rifugio quotidiano
non ci inducete in tentazione di uscire
ma liberateci dal virus
amen.
Lucio