Cara lettrice
Cara lettrice,
l’incompatibilità tra me e la tecnologia ha radici che risalgono alla notte dei tempi e continua a perseguitarmi come spada di Damocle sulla mia testa, ma certo è che averla evitata non mi ha aiutato. Se la passione si era manifestata alla bella età dei cinquant’anni anch’essa mi sarebbe costata molto in termini di sofferenza e di discussioni. La scrittura, quella grandiosa amica mi si
spiegava innanzi come vela tesa che gonfiata ad arte dai venti marini correva sotto la mia penna come vascello su mari azzurri. Come terapia dell’anima si dipanava lungo i sentieri immaginari con la volontà dichiarata di lenire le pene che comprimevano il petto per confortare le membra e la mente. Correva l’anno 2020 quando una pandemia di enorme portata si era abbattuta sull’Italia bella gettando tutta la popolazione nell’emergenza relegandola nelle mura domestiche per un lungo periodo di tempo in modo da evitare i contagi che avevano messo in tilt il sistema sanitario nazionale. Quella passione di cui mi nutrivo mi sosteneva accorrendo ad ogni minimo cedimento in special modo la notte in cui appesa ad un filo sottile affidavo tutti i miei affetti con l’amore che solo
una mamma può conoscere. La partecipazione ai Concorsi Letterari mi dava l’opportunità di mettermi in gioco aprendomi agli altri. Per Natale i miei familiari, scoprendo quale presa avesse su di me quell’attività intima ed introspettiva, mi regalarono il mio primo computer. Ne fui felicissima poiché per partecipare occorreva inviare gli scritti tutti tramite quel mezzo per me da sempre ostile.
Alcuni mesi non mi avevano ancora resa indipendente e continuavo a disturbarli per essere aiutata laddove trovavo difficoltà insormontabili. Non capirono i miei blocchi e questo mi rattristava ma non volli cedere e per amore di quella grandiosa amica che accorreva prontamente in mio aiuto volli provare a continuare e per una volta a non arrendermi a qualcosa che era in grado di rendermi finalmente felice!
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Pasqua Mevi